LA NATURA ONDULATORIA DELLA VITA
Tra le funzioni vitali del nostro corpo, possiamo trovare una gran quantità di fenomeni ondulatori. Il respiro è uno di questi. La prima funzione che si attiva quando usciamo dal grembo materno. Prima ancora di questa importantissima funzione, si crea in noi i battito del cuore, altro fenomeno regolare e ondulatorio.
La vita si muove così: ha un momento di crescita e uno di discesa. Ci sono l’estate e l’inverno, il giorno e la notte, la vita e la morte, l’attività e il riposo.
Stessa cosa succede anche per le società umane, che nascono, hanno un momento di pienezza, e poi cominciano a decadere inesorabilmente.
Mi piace, quando penso a ciò, figurarmi con l’immaginazione questo complicatissimo e gigantesco frattale, che accavalla uno sull’altro tutti questi fenomeni ondulatori, creando una nuova onda più complicata.
Molte civiltà hanno riconosciuto questo fenomeno. Ad esempio col tao, un cerchio fatto da due opposti che eternamente si rincorrono, dove, quando uno dei due principi è estremo, si crea al suo interno il seme del principio opposto.
Allo stesso tempo, come necessaria compensazione, esistono anche fenomeni lineari. Nell’antichità erano soprattutto collegati al cielo, in particolare alle stelle “fisse”, collegate appunto a tutto ciò che è immutabile.
La società contemporanea ha perso questo senso della morbidezza oscillatoria.
Il patriarcato, con la sua negazione del principio ondulatorio femminile, che si incarna nella donna attraverso il ciclo mestruale, e l’affermazione del principio lineare maschile, ha ampliato la separazione tra gli opposti, spingendo per uno dei due a discapito dell’altro.
Ciò che muta è meno comprensibile, meno controllabile, e fa paura ad un maschile immaturo.
Noi moderni, in questo modo, tendiamo a giudicare qualsiasi cosa classificando uno dei due opposti come bene e l’altro come male. Il giorno è migliore della notte, l’attività è migliore del riposo, l’estate migliore dell’inverno, la vita migliore della morte…
Ma questo, sarebbe come respirare inspirando solamente, pensando che, visto che il fine della respirazione è prendere aria, più ne prendiamo meglio è!!!
Vi immaginate che tortura??
Non si tratta di giudicare la nostra società e, magari, ergersi a paladini delle antiche società matrifocali che, invece, vivevano in armonia col principio ondulatorio. Le cose sono andate come sono andate e, forse, tutto ciò era necessario per la nostra evoluzione animica.
Si tratta invece di riconoscere dentro di noi la presenza di questo rifiuto di una parte del mondo, di questo giudizio.
Per noi donne, ad esempio, è inutile essere femministe se poi dentro di noi c’è il rifiuto di una parte del mondo, o, magari, del nostro ciclo mestruale. Allora, il nostro femminismo è solo superficiale, ma con la nostra parte inconscia perpetriamo un profondo disprezzo per il femminile, il che si riverbera nel mondo.
Si tratta di trovare il gusto in ciò che non ci piace, di riconoscere il seme dell’opposto, di affrontare la paura dell’ignoto e, poco a poco, di imparare ad affidarsi.
Mandragora